UN PRESIDENTE
VICINO ALLA GENTE

Sandro Pertini: uno stile il suo che per la spontaneità in ogni occasione, per la capacità comunicativa semplice ed efficace, è gradito al popolo con cui instaura rapporti diretti attraverso interviste e interventi televisivi, dando voce ai sentimenti più profondi del Paese. Pertini modifica l’aspetto cosiddetto “notarile” della figura del Presidente della Repubblica (anche se in realtà ogni Presidente a suo modo segue attentamente la vita politica italiana), intervenendo più spesso e più direttamente nella vita del Paese, con il suo parlare franco, inaugurando quello che da allora in poi sarà definito il “potere di esternazione”. La sua “impertinenza” talvolta impensierisce il cosiddetto “Palazzo”, preoccupato del fatto che, scavalcando spesso i partiti, il Presidente possa avvalorare il processo di delegittimazione della politica peraltro già in atto. Ma nella realtà il suo rapporto diretto con i cittadini li avvicina alle istituzioni, in un periodo storico segnato in Italia dagli scandali della P2 e dall’inefficienza dello Stato in emergenze come il terremoto dell’Irpinia, e ne fa il Presidente più amato dagli italiani.

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IL CERIMONIALE

La tradizione, interrotta nel 1974 dal Presidente Leone in seguito all’attentato di Brescia, che voleva lo svolgimento di due ricevimenti in occasione della Festa nazionale della Repubblica, un primo riservato al Corpo Diplomatico e un secondo rivolto alle Alte Cariche dello Stato, non è ripristinata dal Presidente Pertini. Rimane inalterata la prassi di un incontro del Capo dello Stato con le Rappresentanze Diplomatiche estere, con un ricevimento che, tranne negli anni 1978 e 1980, avviene nei giardini del Quirinale. Il Presidente Pertini ristabilisce, fin dal primo anno, la tradizione di ricevere in udienza, in occasione delle festività del Natale e del Capodanno, le Alte Cariche dello Stato e separatamente il Corpo Diplomatico, cui offre un semplice rinfresco. Tre importanti ricevimenti sono offerti dal Presidente Pertini nel corso del settennato: il primo nel 1982 in onore dei partecipanti alla 69^ Conferenza dell’Unione Interparlamentare, il secondo nel 1984 in occasione del Concerto dell’Orchestra e del Coro dell’Accademia di Santa Cecilia diretta dal Maestro Lorin Maazel nella Cappella Paolina e il terzo, nello stesso anno, in occasione della presenza a Roma dei principali esponenti dell’Alta Moda italiana. Dal 1983 sono stati realizzati importanti concerti di musica da camera o sinfonica, eseguiti o diretti da nomi di grandissimo prestigio internazionale, per un pubblico ristretto di invitati, con successivi pranzi in onore degli ospiti. Ha aperto la serie il Maestro Uto Ughi, che si è esibito nella Sala Arazzi di Lilla, seguito dal complesso da camera de “I Solisti Italiani”, nella Sala del Bronzino. Dopo il già citato concerto diretto da Lorin Maazel, si esibisce al Quirinale “Il nuovo Quartetto” del maestro Piero Farulli e, da ultimo, in onore del Premio Nobel per la fisica Carlo Rubbia, si organizza il concerto dell’Orchestra della RAI, diretta dal Maestro Pradella, nella Cappella Paolina.Oltre ai pranzi e alle colazioni in onore di illustri ospiti stranieri, sono da ricordare il pranzo offerto nel 1981 alle personalità invitate in occasione della esposizione dei Bronzi di Riace – prima grande Mostra al Palazzo del Quirinale – e le colazioni in occasione della Sessione ministeriale del Consiglio Atlantico nel 1981 e per la vittoria della Nazionale ai Campionati Mondiali di calcio nel 1982. Nel corso del settennato inoltre sono stati proiettati 56 film nella Saletta cinematografica del Quirinale con ospiti vari, scelti tra le più note personalità del mondo politico, culturale e dello spettacolo, spesso poi invitati a pranzo.Il 17 ottobre 1978, a 91 anni, muore l’ex Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi: Pertini si reca presso l’abitazione privata in via Carlo Fea per rendere omaggio alla salma che il giorno dopo viene trasferita a Palazzo Madama dove è allestita la camera ardente. Il 19 ottobre interviene ai funerali nella Basilica di Santa Maria degli Angeli a Roma. Il Presidente Pertini il 29 giugno 1985 rassegna le dimissioni come atto di cortesia per far sì che il successore entri al più presto nella pienezza dei poteri. La prassi sarà seguita anche dai Presidenti Scalfaro e Ciampi. Il primo saluto è ai Corazzieri, con una colazione alla Caserma Sanfront il 28 giugno, cui segue – il mattino dopo – il saluto al personale della Presidenza della Repubblica nel Salone delle Feste.Nel pomeriggio lascia il Palazzo passando in rassegna un reparto di Corazzieri a cavallo nel Cortile d’Onore. La sera si reca all’hotel Midas per il pranzo di saluto organizzato dai Sindacati del Quirinale.

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PERTINI E
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GIURAMENTO
DEI GIUDICI COSTITUZIONALI
E DEI VESCOVI

La cerimonia di giuramento dei nuovi Giudici della Corte Costituzionale, che si svolge a Palazzo del Quirinale – nella Sala degli Specchi – alla presenza delle più Alte Cariche dello Stato e della Magistratura, conserva una particolare solennità. Durante il settennato, per la scadenza del mandato dei predecessori o per la loro scomparsa, sono eletti o nominati 8 nuovi giudici, che prestano giuramento nelle mani del Capo dello Stato. Di questi i giudici di nomina presidenziale, a norma dell’art. 135 della Costituzione, sono Virgilio Andrioli nel 1978, Giuseppe Ferrari nel 1980 e Giovanni Battista Conso nel 1982.
Fino al 1984, in base alle disposizioni del Concordato del 1929 tra lo Stato della Città del Vaticano e l’Italia, i vescovi di nuova nomina – prima di raggiungere la loro sede – devono prestare giuramento di fedeltà allo Stato italiano nelle mani del Presidente della Repubblica. La cerimonia, di carattere sobrio, ha luogo a Palazzo del Quirinale – abitualmente nella Sala delle Pendola alla Palazzina – alla presenza del Ministro dell’interno o del Sottosegretario da lui delegato, insieme al Segretario generale della Presidenza della Repubblica e al Consigliere militare in qualità di testimoni. Nelle mani del Presidente Pertini giurano 71 nuovi vescovi. L’ultimo a prestare giuramento è Mons. Pio Vigo, Vescovo di Nicosia, il 29 marzo 1985 poiché la revisione del Concordato, nel 1984, prevede l’abolizione di questo obbligo.

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CONCESSIONE DI
GRAZIA

Nel corso del settennato sono sottoposti al Presidente Pertini 6157 decreti di grazia (di cui 3304 riguardano reati puniti ai sensi del Codice penale militare).
Per quanto concerne l’esercizio del potere di grazia, questo è stato informato, come nei precedenti settennati, al criterio dell’autonomia della decisione del Capo dello Stato rispetto alla proposta ministeriale, ritenuta necessario presupposto della concessione, ma non vincolante.

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NOMINA DEI
SENATORI A VITA

Il Presidente Pertini, nel corso del suo mandato, nomina cinque senatori a vita: nel 1980 lo storico e politico Leo Valiani, per meriti in campo sociale; nel 1981 il drammaturgo Eduardo de Filippo, per meriti in campo artistico e letterario; nel 1982 la politica Camilla Ravera – prima donna nominata – per meriti in campo sociale; nel 1984 lo storico e filosofo Norberto Bobbio, per meriti in campo scientifico e il critico letterario Carlo Bo, per meriti in campo letterario. In giurisprudenza si è posto il problema se il limite di cinque senatori a vita – fissato dall’ art. 59, comma 2, della Costituzione – sia da intendersi come limite massimo di senatori a vita presenti in Senato oppure come limite massimo di nomine a disposizione di ciascun Presidente. Il Presidente Pertini, sentito il parere favorevole della Giunta per il regolamento del Senato, segue la seconda interpretazione, nominando Carlo Bo e Norberto Bobbio, facendo così salire a sette il numero complessivo. E lo stesso fa il suo successore Cossiga, arrivando al numero di undici. Dal Presidente Scalfaro in poi si torna all’interpretazione restrittiva, ritenuta più giusta in dottrina, per non alterare il carattere rappresentativo del Senato.

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