UN PRESIDENTE
DI PRESTIGIO

«Uno speciale ricordo per il primo Presidente della Repubblica Enrico De Nicola, che fu simbolo di pacificazione in un contrastato passaggio storico e al quale fui legato da rapporti di antica amicizia famigliare e dal comune impegno, in diverse epoche, a rappresentare in Parlamento la nostra grande, generosa e travagliata città di Napoli»: così lo ricorda nel 2006, sessantesimo della scomparsa, Giorgio Napolitano nel suo discorso di insediamento. Figura di altissimo prestigio e di sicura garanzia, benché di fede monarchica – anzi per questo, come si è detto, in grado di rassicurare la cospicua componente realista della popolazione italiana – difende l’istituzione repubblicana con lealtà e assoluta fedeltà verso il suo Paese interpretando al meglio il ruolo di Capo della neonata Repubblica. Schivo, suscettibile e molto formale, scrupoloso fino al limite della patologia, intransigente verso se stesso, prudente quasi fino all’indecisione, è uomo, come lo ricorda Cesare Merzagora nella commemorazione in Parlamento il 6 ottobre 1959, più propenso a «consigliare, suggerire soluzioni e decisioni piuttosto che assumerle».

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ENRICO
DE NICOLA

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DOCUMENTI

IL CERIMONIALE

I due anni del mandato di de Nicola sono fondamentali per porre le regole e le strutture portanti della democrazia italiana, nella difficile fase di transizione fra il fascismo e la democrazia, trovandosi ad operare senza sicuri precedenti cui conformarsi nel compito di forgiare una prassi repubblicana. Sarà lui a fissare le regole procedurali e protocollari della neonata Repubblica: caratterizzato da uno stile sobrio e misurato fin dalla cerimonia d’insediamento, De Nicola, un po’ per necessità e un po’ per carattere, dà origine a uno stile e a una interpretazione della funzione presidenziale in senso “notarile”, discreta, non interventista, ma attenta alle questioni formali e di garanzia. Con i suoi modi di gentiluomo vecchio stampo e con alcuni ricevimenti oggetto delle cronache della Settimana Incom, conquista l’attenzione dei quotidiani e personifica la futura funzione di Presidente della Repubblica agli occhi degli italiani. Dal 1° gennaio 1948 i ricevimenti si svolgono al Quirinale, divenuto ufficialmente sede della Presidenza della Repubblica. De Nicola, inaugurando una tradizione seguita dai successivi Presidenti, partecipa ogni anno a gennaio all’apertura dell’anno giudiziario della Corte di Cassazione a Palazzo di Giustizia a Roma. Sulla base degli accordi stabiliti fra la Santa Sede e il Regno d’Italia nel 1929 con i Patti Lateranensi, riconosciuti nel 1948 nell’art. 7 della Costituzione, i vescovi di nuova nomina devono prestare giuramento di fedeltà allo Stato italiano nelle mani del Presidente della Repubblica. Con De Nicola si presenta il problema di coloro che avevano già giurato davanti al Re al momento della loro presa di possesso e per i quali si rende necessario un nuovo giuramento al Capo della Repubblica. Si decide di accettare la procedura suggerita da De Nicola che, per questioni di opportunità, ritiene sufficienti lettere personali dei singoli vescovi a lui dirette.

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