LA SATIRA

Dal punto di vista satirico, di Giovanni Leone resta l’accentuata napoletanità e l’oratoria fluentissima, che manda in crisi i malcapitati stenografi durante i suoi interventi in Parlamento. La napoletanità è espressa sia attraverso lo spiccato accento partenopeo, sia attraverso alcuni ‘gesti’ non proprio istituzionali che spesso compie – per esempio scongiuri e corna – per i quali è stato oggetto di satira, bersaglio di caricature e sfottò. Giulio Andreotti in una occasione scrive: «Le prime censure a Leone avvennero per la constatata abitudine, tutta napoletana, di scongiurare il malocchio facendo ostentatamente le corna con la mano destra». Cronache e pettegolezzi riferiscono anche di tarantelle e cantate di O’ Sole mio anche a latere di occasioni ufficiali, espressione di un carattere aperto e istintivo, che si manifesta anche nel suo dichiarato tifo per la squadra di calcio del Napoli.

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