PALAZZO
GIUSTINIANI

A Palazzo Giustiniani Enrico De Nicola crea un ufficio di dimensioni ridotte nominando Segretario generale, con decreto n. 2 del 25 settembre 1946, il prefetto Iginio Coffari, definito anche Capo della Casa civile. Capo della Casa militare è dal 16 luglio 1946 il torinese Generale di Brigata Alessandro Albert. Capo di Gabinetto è l’avvocato Umberto Collamarini. De Nicola nomina suo Segretario particolare Francesco Cosentino, che rimane in posizione di comando anche in seguito, presso il costituito Segretariato generale della Presidenza della Repubblica (Legge 9 agosto 1948, n. 1077) ed è successivamente nominato dal Presidente Gronchi Capo del Servizio Rapporti con il Parlamento ed il Governo. Il Console Ignazio Sanfelice di Monteforte è nominato Cerimoniere nel luglio del 1946. La gestione del Capo Provvisorio dello Stato, che nella formulazione degli incarichi riecheggia attribuzioni monarchiche, si appoggia a una struttura esclusivamente “fiduciaria”, composta di un ristretto gruppo di collaboratori scelti direttamente da De Nicola. Per quanto riguarda sia la sede che gli uffici e le persone dei collaboratori, questa essenziale struttura non cambia il 1° gennaio del 1948 quando, dopo la promulgazione della Costituzione, De Nicola diventa Presidente della Repubblica e, per effetto di una delibera adottata in seduta straordinaria dal Consiglio dei Ministri, il Palazzo del Quirinale diventa sede ufficiale della Presidenza della Repubblica.

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ENRICO
DE NICOLA

GLI
UF-
FICI
DEL
CAPO-
PROVVI-
SORIO

IL QUIRINALE
NEL PERIODO
DELLA
TRANSIZIONE

In questo difficile biennio di transizione, in merito alle vicende dell’Amministrazione della Real Casa, con D.L.P. 19 giugno 1946, n. 3 è soppresso il Ministero della Real Casa e i relativi servizi sono affidati ad un Commissario nominato dal Presidente del Consiglio, con decreto del 22 giugno 1946, cui è altresì affidata l’amministrazione dei beni dello Stato già costituenti la dotazione della Corona. Il primo Commissario che giunge al Palazzo del Quirinale è il Consigliere di Stato Pietro Baratono, deceduto il 5 dicembre 1947. Gli succede nella carica, il 12 gennaio del 1948, l’avvocato Luigi Peano. Come si rileva da una lettera inviata dal Segretario Generale Coffari al Baratono il 19 ottobre 1946 “…il Presidente del Consiglio ha affidato alla S.V., insieme con l’amministrazione dei beni dello Stato già costituenti la dotazione della Corona, i servizi del soppresso Ministero della Real Casa” “…Sembra pertanto evidente che la S.V. …debba rendere conto dell’opera Sua al Capo del Governo….restando così esclusa ogni ingerenza da parte degli uffici del Capo Provvisorio dello Stato nella gestione commissariale”. E ancora: “Per i beni dello Stato, già costituenti la dotazione della Corona, sembra a questo Ufficio che ogni deliberazione spetti alla Assemblea Costituente o al Parlamento, nel senso che l’una o l’altro dovrà stabilire quali beni, oltre il Palazzo del Quirinale, debbano restare a far parte della dotazione del Presidente della Repubblica, quali debbano essere restituiti al Demanio dello Stato e quali debbano essere destinati ad altro fine di pubblico interesse”. Le funzioni del Commissario cessano con l’entrata in vigore della Legge 9 agosto 1948, n. 1077 “Determinazione dell’assegno e della dotazione del Presidente della Repubblica e istituzione del Segretariato Generale della Presidenza della Repubblica” (art. 12), legge che nasce dall’esigenza di dare un assetto normativo stabile all’apparato di supporto delle attività istituzionali del Presidente della Repubblica.

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FICI
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