ELEZIONE
Nel 1964, dopo le dimissioni del Presidente Segni, si apre un’aspra e lunga battaglia per la successione. Dopo 21 scrutini, il 28 dicembre, è eletto quinto Capo dello Stato il leader socialdemocratico Giuseppe Saragat, ministro degli esteri in carica: con una larga maggioranza e con l’appoggio dell’intera sinistra, dal Partito comunista di Luigi Longo alla sinistra democristiana di Aldo Moro, sostenitore con Saragat e Nenni del primo centro-sinistra. La sua elezione è dovuta principalmente alla spaccatura e alle divisioni interne della Democrazia Cristiana, che non riesce a far eleggere il proprio candidato ufficiale (Leone) ed è costretta in extremis ad accettare la candidatura di Saragat. «Il più liberale dei marxisti, l’unico marxista dei liberali», come l’aveva definito in una dedica Carlo Rosselli nel 1930, Saragat è un socialista moderato che accetta e appoggia l’Alleanza Atlantica con gli Stati Uniti.
GIURAMENTO E CERIMONIA DI INSEDIAMENTO
Il 29 dicembre 1964 il Presidente eletto Saragat giura davanti alle Camere riunite a Montecitorio : dell’avvenuto giuramento viene dato annuncio mediante 101 colpi di cannone e il suono della campana di Montecitorio. Pronuncia poi il messaggio. Al termine della lettura il neo Presidente, dopo aver ricevuto gli onori militari sulla Piazza di Montecitorio, sale sulla autovettura presidenziale scoperta, la Flaminia, affiancato dal presidente del Consiglio. Il corteo, scortato dai Corazzieri a cavallo in uniforme di Gran Gala, giunge a Piazza Venezia dove il Capo dello Stato riceve il saluto del Sindaco di Roma Amerigo Petrucci. Poi, percorrendo via IV novembre, entra a Palazzo del Quirinale dove nel Cortile d’Onore viene eseguito l’Inno nazionale. Nella Sala degli Arazzi il presidente del Senato Cesare Merzagora, in qualità di Presidente supplente, consegna al nuovo Capo dello Stato le insegne di Cavaliere di Gran Croce decorato di Gran Cordone dell’Ordine predetto. Nel Salone delle Feste, di fronte alla Alte cariche dello Stato si svolge poi la cerimonia di insediamento , con un breve indirizzo di saluto pronunciato dal Presidente Merzagora, al quale Saragat risponde con poche sentite parole.
GIUSEPPE
SARAGAT
ZIO-
NE
MESSAGGIO
AL PARLAMENTO
NEL GIORNO
DEL GIURAMENTO
Il Presidente Saragat, fin dal messaggio pronunciato in occasione del giuramento, specifica di voler dare al ruolo del Capo dello Stato, custode della Costituzione, un’impronta di umanità: vuole essere – sono le sue stesse parole – «Presidente al di sopra dei partiti … sereno moderatore dei contrasti che la vita del Paese sprigiona come condizione del proprio sviluppo». Ancora nel suo primo discorso si richiama a una continuità rispetto agli uomini insigni che lo hanno preceduto, rendendo omaggio ai propri predecessori e in particolare a Luigi Einaudi. Tre sono i grandi impegni che si sente chiamato ad affrontare insieme al Paese: “la difesa della pace e della sicurezza; il consolidamento delle libere istituzioni; l’avvento di un sistema sociale…” che garantisca la crescita economica e i bisogni dei lavoratori. E pone l’accento “…sulla casa ai lavoratori, sulla sanità pubblica e sulla scuola” che deve essere democratizzata.E inoltre, già in questo primo messaggio, sottolinea il ruolo per lui fondamentale della Resistenza – definita “il nostro secondo Risorgimento” – nella nascita della Repubblica.