IL PALAZZO
DEL QUIRINALE

Nel compendio edilizio del Quirinale, fin dall’inizio del settennato, si rendono necessari lavori di ammodernamento, di risanamento e consolidamento dei diversi fabbricati e di restauro del notevole patrimonio artistico. L’intervento più rilevante eseguito a Palazzo è la ristrutturazione del Torrino, all’interno del quale, con una colazione in onore del generale de Gaulle il 29 maggio 1967, viene inaugurata la sala da pranzo del Belvedere, la più elevata di tutta Roma, da cui si gode uno dei panorami più belli e inediti della città. Inoltre durante il settennato si decide, in accordo con la Soprintendenza ai monumenti del Lazio, di modificare la denominazione di alcune sale di rappresentanza del Palazzo, scegliendo nomi più appropriati e legati alle opere d’arte conservate nei diversi ambienti: per esempio il “1° salone nuovo” diventa l’attuale Sala d’Ercole, per l’arazzo Gobelin dedicato ad Ercole e alle sue fatiche, la “1^ sala a stucco” diventa la Sala delle Virtù, per le figure allegoriche del fregio.

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Tour virtuale Palazzo del Quirinale

LE TENUTE

Esaurita la fase della ricostruzione, Castelporziano riprende le funzioni di rappresentanza, che si esplicano attraverso i soggiorni estivi del Presidente, le visite di Capi di Stato esteri e le “cacciate”. Si provvede a opere di rifacimento e riassetto soprattutto della Villa delle Ginestre, residenza quasi abituale per Saragat, e della Villa di Grotta di Piastra, utilizzata dal Segretario generale Picella. In una zona non arborea della tenuta si installa poi un eliporto, che entra in funzione in occasione della breve visita del Presidente americano Johnson, nel dicembre 1967 (vedi relazioni con l’estero). Riprendendo inoltre una vecchia tradizione sono organizzate, durante la stagione invernale di ogni anno, salvo che per il 1966-67 a causa di una contagiosa epidemia animale, battute di caccia riservate a varie personalità (parlamentari, magistrati, diplomatici, giornalisti, esponenti delle Forze Armate, ecc.), cui segue una colazione servita al Castello. Durante il settennato si hanno 52 battute di caccia di rappresentanza. Un’importante convenzione è stipulata nel 1965 con il Comune di Roma per la concessione ad uso di spiaggia libera di un tratto di tre chilometri del litorale della Tenuta. Il Presidente Saragat concede una parte di spiaggia in attuazione del principio da lui sostenuto che la casa del Capo dello Stato sia la casa di tutti i cittadini. Di rilevante interesse per la gestione delle Tenute è il D.P. 24 maggio 1965, n. 14, con cui viene istituito il ruolo della carriera degli operai delle Tenute presidenziali e se ne definisce lo stato giuridico. Viene così riorganizzata la struttura aziendale delle Tenute, fino ad allora gestita con personale giornaliero e, a San Rossore, con l’istituto della mezzadria delle 16 famiglie contadine rimaste. Proprio nella enuta di San Rossore, sulla scia di questa nuova organizzazione, vengono ristrutturate le stalle della Sterpaia, ancora semi distrutte dalla guerra, per creare un moderno e attrezzato centro zootecnico per oltre 200 bovini da latte. Le battute di caccia organizzate per il Presidente e i suoi ospiti danno nuovo vigore a San Rossore. Saragat si appassiona sempre di più all’esercizio venatorio, anche se lo si ricorda come non dotato di una mira eccellente, per cui si cerca di organizzare battute calibrate alle sue capacità. Già alla fine di questo settennato nasce però l’idea di trasformare le due Tenute in dotazione alla Presidenza della Repubblica in Parchi Nazionali: il Capo dello Stato dispone perciò che sia eseguito uno studio di fattibilità e un progetto in tal senso. San Rossore in questo periodo assume anche un importante ruolo di rappresentanza. Infatti per la prima volta in periodo repubblicano un Capo di Stato estero sarà ospite alla Villa del Gombo: nel marzo 1971 il Presidente jugoslavo Josip Broz Tito si fermerà due giorni, alla fine della visita di Stato. Alcuni necessari interventi sono effettuati anche a Villa Rosebery, per assicurare la funzionalità di quella residenza. Durante il settennato, infatti, la Villa è messa a disposizione di Capi di Stato e personalità estere in visita in Italia per brevi soggiorni: il Re Gustavo VI di Svezia nell’ottobre 1965; il Presidente sovietico Podgorny a gennaio 1967; il ministro dei trasporti americano John Volpe e la signora nell’ottobre 1969; il Presidente degli Stati Uniti Nixon il 29 e 30 settembre 1970. Dal 1970 sono ospitate nel complesso della Villa alcune famiglie sfollate da Pozzuoli, in seguito al fenomeno del bradisismo.

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